Presto on line la puntata di “Dalla parte del Toro”.

Presto verrà messa on line la puntata odierna di “Dalla parte del Toro” (Radio Flash 97.6), che ha visto come ospite Luca Squinzani.

Nel frattempo di seguito alcuni frame della conversazione (fonte toronews.net): ”Sarebbe bello lanciare tanti giovani. L’esempio da seguire? L’Ajax in assoluto” Preparatore dei portieri dei Giovanissimi nazionali di Roberto Fogli – impegnati domani alle 16 contro l’Atalanta per le fasi finali del campionato – nonchè scrittore di libri sulla tecnica di allenamento, ma soprattutto ex giocatore dal passato in serie B svizzera e nel campionato americano: è Luca Squinzani, ospite stamattina della trasmissione radiofonica Dalla Parte del Toro. Il discorso è ovviamente partito dal settore giovanile, lavorando lui in quello granata: “Sarò di parte – premette scherzosamente – però al Torino abbiamo alcuni allenatori che sono davvero bravi e preparati, in grado di formare i ragazzi sia come calciatori sia soprattutto come persone: la crescita globale deve avvenire a 360°.” Entrando più nello specifico Luca riporta alcuni esempi: “Crescere significa, ad esempio, anche imparare a gestire la tensione: magari un ragazzino a 14 anni non è abituato a determinate partite, perchè importanti, o magari perchè si vuole ben figurare davanti agli amici o ai genitori. Non è facile imparare autonomamente a gestirla ed in questo, ad esempio, diventa importante il ruolo dell’allenatore, nel parlare coi ragazzi e aiutarli a crescere/”. Squinzani preferisce parlare di Ajax come esempio virtuoso per la gestione dei giovani: “In Olanda hanno un’altra cultura sportiva: l’Ajax ha una struttura ed un modo di lavorare coi ragazzi impostato ormai da decenni. Crescono sempre nuovi giocatori, di livello, con i quali foraggiano la prima squadra sia dal punto di vista tecnico sia soprattutto, vendendoli, da quello economico. L’Atalanta, rimanendo in Italia, lavora bene: ha la nomea di essere un settore giovanile eccezionale, perchè fa crescere i giovani portandoli ad esordire in prima squadra”. La palla è poi passata alla valorizzazione dei giovani nel campionato italiano e l’importanza del risultato, che spesso è quasi un culto per il movimento nostrano: “Come reagirebbe il pubblico se la propria squadra del cuore non vincesse molto, ma lanciasse ogni anno tantissimi giovani del vivaio in prima squadra? La gente sarebbe disposta a sacrificare i risultati con la prospettiva di avere una buona squadra, giovane e forte, qualche anno dopo?”. Una provocazione che si lega con la situazione di Luis Enrique a Roma…

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